Nel corso di un incontro che si terrà oggi al Senato con una delegazione del Parlamento europeo sul tema della sicurezza e delle impronte digitali, evidenzierò come il Governo italiano si mostra con due facce diverse in Italia e in Europa. Da noi si atteggia a lupo e in Europa veste i panni dell’agnello.
Questo è quanto è accaduto nella vicenda della schedature e delle impronte digitali ai bambini rom. In un primo tempo (nel mese di maggio) sono state emanate delle discutibili ordinanze con le quali si è autorizzata la prima schedatura in deroga ai diritti fondamentali delle persone. Ordinanze a tal punto discrezionali che alcuni prefetti si sono comportati in un modo ed altri in un altro. Successivamente a seguito delle fortissime critiche dell’opposizione parlamentare, della società civile e, soprattutto, del Parlamento europeo (10 luglio), sono state approvate delle linee guida interpretative (23 luglio) molto più morbide: con quelle e con il parere del garante ci si è presentati in Europa.
Purtroppo quanto è avvenuto sulla pelle dei poveri diavoli è diverso da quanto si racconta nelle disposizioni ingentilite che si presentano in Europa, ma purtroppo sono in pochi a saperlo perché i poveri diavoli non hanno la possibilità di andare davanti ad un giudice e sempre pochi sono coloro che si prendono la briga di leggere le denunce della Comunità di sant’Egidio che il 25 di giugno, aveva ricordato che nel campo “centrale del latte” di Napoli erano stati distribuiti questionari in cui si richiedeva la religione professata e l’etnia.