È scandaloso che in una trasmissione televisiva, a soli due giorni dal voto, il Presidente del Consiglio abbia fatto un uso smodato di sondaggi, sia pure diffondendo dati raccolti 15 giorni fa, prima cioè che scattasse il divieto di pubblicazione. La legge pone infatti un esplicito e perentorio divieto alla pubblicazione dei sondaggi a prescindere dal fatto che siano veri o falsi, aggiornati o meno. Se infatti lo scopo della legge è quello di non influenzare gli elettori negli ultimi 15 giorni della campagna elettorale, anche la semplice riproposizione di dati raccolti in precedenza è idonea ad incidere comunque sull’opinione pubblica. Peraltro ciò che meraviglia è che una simile diffusione di sondaggi sia stata fatta non in una, ma in più occasioni. A ciò si aggiunga che la legge sulla par condicio è ulteriormente violata dallo spazio in televisione concesso al Presidente del Consiglio che appare essere il doppio del tempo rispetto a quello degli esponenti del PD. Il ricorso da parte del Presidente del Consiglio a simili espedienti conferma la sua tendenza a sentirsi al di sopra delle leggi.