“Si profila fortunatamente uno stop del Quirinale alla legge ‘incostituzionalissima’ sulle intercettazioni telefoniche. Tutto ha avuto origine da una lettera delle opposizioni”. A spiegarlo sul sito www.articolo21.info e’ il parlamentare Roberto Zaccaria, coordinatore Comitato giuridico Articolo21 che interviene a seguito della notizia di un incontro tra Napolitano e il Guardasigilli per discutere del ddl “I due piu’ gravi interventi del Governo in questa legislatura – afferma Zaccaria – in materia di sicurezza e di intercettazioni, sono stati blindati con altrettante fiducie per cercare di bloccare il durissimo contrasto di tutta l’ opposizione parlamentare. Sulle intercettazioni alla Camera quando il Governo ha annunciato l’ennesima fiducia, tutte le opposizioni hanno reagito con forza ed hanno deciso di compiere un atto straordinario. Tutte insieme si sono rivolte con forza al Capo dello Stato e con una lettera motivata sottoscritta da Antonello Soro, Massimo Donadi e Michele Vietti hanno riassunto le principali obiezioni. Nel mirino l’abuso del ricorso alla fiducia da parte del Governo che espropria il Parlamento delle sue funzioni e ‘compromette pericolosamente l’equilibrio che la Costituzione disegna tra governo e maggioranza e tra maggioranza e opposizione’. Nella lettera viene denunciato il ‘processo di azzeramento’ del diritto di emendare i provvedimenti, rimarcata la ‘vanificazione’ delle norme regolamentari, anche quando prevedono il voto segreto e stigmatizzata la ‘pratica pericolosamente estensiva’ di un ricorso ai maxiemendamenti che ‘trasformano intere leggi in provvedimenti da votare acriticamente in blocco’. L’opposizione entra poi nel merito del provvedimento sulle intercettazioni che, nel prevedere la formula degli ‘evidenti indizi di colpevolezza’, pregiudica il ricorso alle intercettazioni come strumento di indagine, con evidente pregiudizio delle indispensabili azioni di contrasto della criminalita’ da parte delle forze di polizia e della magistratura’. Sotto attacco e’ anche il principio della liberta’ di informazione che viene ‘compromesso dalla perpetuazione dei diversi divieti di pubblicazione oltre il termine della durata del segreto investigativo e dalle sanzioni gravi per editori e giornalisti’. ‘Con questa iniziativa -ha spiegato Soro a nome di tutti – intendiamo denunciare pubblicamente che il governo fa la lotta alla criminalita’ solo a parole ma, di fatto, indebolisce la capacita’ di indagine degli inquirenti e non riesce a dare risposte al bisogno di sicurezza dei cittadini’. A distanza di poco piu’ di 20 giorni da quella data il Capo dello Stato con lo stile misurato ma estremamente efficace dei suoi interventi ha deciso di intervenire minacciando il rinvio della legge alle Camere”.(AGI) Red/Lam 041312 LUG 09