Intervento di Roberto Zaccaria alla Camera del 3 febbraio 2010: Signor Presidente, vorrei parlare con lei e con il banco del Governo del problema del conflitto di interessi. L’emendamento in esame è un monumento al conflitto di interessi. Questo argomento credo che interessi anche i colleghi dell’UdC. Noi sappiamo che anche la debolissima legge Frattini dice una cosa molto precisa: quando un uomo di Governo si trova in situazioni di conflitto dovrebbe astenersi dal partecipare al voto e non dovrebbe partecipare alle deliberazioni collegiali. In questi due giorni abbiamo assistito ad un insolito panorama dell’Aula: una presenza massiccia di tutti i parlamentari, una presenza dei membri del Governo e dei Ministri come non si era mai vista, se non nelle votazioni finali dei provvedimenti. Qui, invece, abbiamo avuto la presenza costante del Governo, che neanche prende posto nei banchi che sarebbero disponibili in Aula, per sottolineare che il provvedimento non è di natura governativa; infatti, se fosse stato un disegno di legge l’avrebbero dovuto votare in Consiglio dei Ministri ed i Ministri avrebbero dovuto compiere un atto che li pone potenzialmente in conflitto di interessi. So che i Ministri non sono toccati dal provvedimento in esame, che è generale ed astratto, ma se per caso un solo Ministro fosse nella situazione di poter utilizzare il provvedimento sottoposto alla nostra attenzione, la situazione diventerebbe un po’ diversa.
Vorrei che riflettessimo su questo fatto. Abbiamo votato quasi sempre con circa cento voti di scarto. Quando, però, abbiamo votato insieme all’Unione di Centro, proprio sulle questioni che riguardavano l’estensione della norma in oggetto ai Ministri, lo scarto è stato di una ventina di voti. Quindi, probabilmente, quelle posizioni sono state decisive.
In altri termini, il famoso «ponte» – scusate, ma ormai vi si fa sempre riferimento – non è più un ponte fragile dove passano in molti, ma è addirittura tenuto in piedi da alcuni ministri attraverso il loro voto. Questo è l’aspetto che deve preoccuparci. La norma in esame potrebbe essere illustrata tecnicamente, come ha già fatto il collega Tenaglia, dicendo che siamo di fronte all’autocertificazione della situazione di impedimento. Tuttavia, il lodo Alfano, che abbiamo messo fuori dalla porta, rientra dalla finestra in maniera clamorosa. Infatti – come ha spiegato l’onorevole Palomba molto bene – attraverso un’autocertificazione, si consente di stabilire se l’impedimento sia permanente, e il magistrato ne deve prendere atto: se questo non è il lodo Alfano, ditemi voi che cosa altro è.
È inutile evocare il Parlamento inglese o quello di altri Paesi; con riferimento ad un provvedimento di questa natura, non dico nella sua interezza, ma almeno nella parte in oggetto, si dovrebbe dire: sono un Ministro e, forse, sono avvantaggiato da questo provvedimento, pertanto, mi astengo dal votare almeno questo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Se, invece, il Parlamento ritiene che il Ministro di oggi e di domani debba avere questa prerogativa, la voti, la voti la maggioranza parlamentare. Prendete posizione nei posti che vi sono in Aula, ma quello spazio riservato al Governo deve essere simbolicamente vuoto! Questo voglio dire ai colleghi parlamentari (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori)! Concludo, signor Presidente. Vi è un problema di moralità pubblica, che dobbiamo dimostrare in questa sede. Quindi, il conflitto di interessi deve essere sentito nell’animo, prima ancora che nella manifestazione finale del voto in Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori – Congratulazioni).