(ANSA) – ROMA, 25 FEB – ”Grave” il meccanismo previsto dal milleproroghe, che assegna al premier il potere di decidere se prorogare o meno il divieto di incroci proprietari stampa-tv. Il giudizio e’ del parlamentare del Pd Roberto Zaccaria, capogruppo in commissione Affari Costituzionali della Camera. ”Il Testo unico dei servizi audiovisivi – sottolinea – conteneva il divieto fino al 31 dicembre 2010 di incroci proprietari tra stampa e televisione. Si trattava di un divieto indubbiamente positivo, come riconosciuto dalla stessa Autorita’ antitrust, a tutela del pluralismo e contro le possibili concentrazioni”. ”Il Governo e il ministro Romani – prosegue Zaccaria – con ripetute dichiarazioni pubbliche avevano manifestato l’intenzione di prorogare con legge questo termine almeno di un anno e cioe’ fino alla fine del 2011. La prima edizione del Milleproroghe sembrava andare effettivamente in questa direzione. Invece il pasticcio e’ stato fatto con il maxiemendamento alla Camera sul quale si e’ votata la fiducia. Il termine non e’ stato piu’ prorogato di un anno ma soltanto di 3 mesi, come tutti gli altri, e cioe’ fino al 31 marzo 2011. Ma il fatto decisamente piu’ grave sta nel meccanismo, che affida alla valutazione discrezionale del Presidente del Consiglio, Berlusconi, la decisione su un’ulteriore, eventuale proroga piu’ ampia, fino alla fine dell’anno (art.1 del mille proroghe). Questo meccanismo di proroga, affidato ad un decreto del Presidente del Consiglio, se risulta incostituzionale in via generale, – perche’ toglie la garanzia della certezza della legge e viola una norma di attuazione costituzionale (art.17 della legge 400 del 1988) – diventa addirittura grottesco se riferito all’applicazione di un limite antitrust”. ”Il piu’ grande monopolista del paese – aggiunge Zaccaria – viene messo in grado di decidere a suo piacimento quando applicare o togliere il limite antitrust. Dato che la sua personale responsabilita’ discende sia dall’esercizio che dal non esercizio del potere, non potra’ neppure assentarsi dal Consiglio dei Ministri per evitare di incorrervi. Problemi seri – conclude – mi pare che si pongano anche con riferimento alla pur timida legge Frattini sul conflitto di interessi”. (ANSA).