Conflitto d'interessi: restano da chiarire alcuni punti

Il dibattito sul conflitto di interessi si è ovviamente riscaldato dopo le pirotecniche uscite di Berlusconi che non consentono sfumature. O con lui o contro di lui. Sono in molti quelli seguono questa impostazione manichea senza avere neppure letto il testo.
Per chi invece abbia appena guardato il testo le cose stanno in termini molto diversi, ma non per questo tranquillizzanti. Naturalmente da un altro punto di vista.
L'impostazione della legge ha come fondamento una linea chiara. Visto che si parla di conflitto di interessi tra cariche di governo (nazionale, regionale e locale) e attività private, viene scartata e rinviata ad un separato provvedimento l'ipotesi dell'ineleggibilità che riguarda le cariche elettive e scelta la strada delle incompatibilità.
Una volta scelta questa strada bisogna però percorrerla seriamente fino in fondo: e questo fino ad oggi non è accaduto. Non è ancora prevista una esplicita sanzione di decadenza ex lege per l'uomo di governo che prolunghi intenzionalmente e all'infinito la scelta tra le opzioni poste dalla legge e soprattutto non c'è l'obbligo chiaro di conferire ad un “trust” cieco e quindi irriconoscibile gli interessi economici privati di più rilevante portata.
Lunedì si discuterà un altro punto importante che è rappresentato dall'art.17 e dalle misure da adottare in caso di sostegno privilegiato al candidato premier, da parte dei media di sua proprietà, durante la campagna elettorale.
A quel punto sarà chiara la fisionomia complessiva della legge.
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