Non siamo noi i conservatori, come lascia intravedere il Prof. Panebianco sul Corriere di oggi. Lo dimostra il fatto che modifichiamo la Costituzione con il metodo indicato dal referendum e senza stravolgere i principi fondamentali. L'approvazione in I Commissione di un testo ampiamente condiviso sul superamento del bicameralismo paritario, sul Senato federale, sulla riduzione del numero dei parlamentari e sul rafforzamento del ruolo del Presidente del Consiglio è la risposta più concreta in tale direzione.
Oggi si è concluso in Commissione Affari Costituzionali della Camera dei deputati l'esame delle proposte di revisione della Costituzione: è stato inviato al parere delle altre commissioni il testo per l'Aula. L'esame si è concluso con l'emersione di un'ampia convergenza tra gli schieramenti anche sull'introduzione della sfiducia costruttiva, che si è peraltro deciso di rinviare all'esame dell'Assemblea per meglio definirla alla luce di ulteriori approfondimenti.
Considero il voto di oggi una tappa decisiva per la realizzazione di quella riforma costituzionale che costituisce il denominatore comune della visione delle diverse forze politiche. Non più grandi riforme velleitarie ma solo le riforme possibili.
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