Signor Presidente, intervengo pochi minuti soltanto per esprimere la mia dichiarazione di voto sulla legge comunitaria. Mi sono astenuto nella votazione dell'articolo 12 e non l'ho dichiarato in modo esplicito, perché mi sono ritrovato in ciò che è stato detto dall'onorevole Boato e dall'onorevole Franco Russo. Vorrei ora intervenire brevemente su una materia che non mi appartiene, ossia sul significato dell'aggettivo «pleonastico», che è stato adottato dal Senato per sopprimere, all'articolo 12, comma 1, la lettera a), che, sostanzialmente, recepiva nel nostro ordinamento un principio contenuto nella direttiva comunitaria relativa ai rifugiati e al diritto di asilo.Mi dispiace che alcuni colleghi, che ho sentito con attenzione, si siano lamentati del fatto che la legge comunitaria recepisca nell'ordinamento interno alcuni principi dell'ordinamento comunitario. Ho sentito parlare tutti voi dell'importanza del ruolo del Parlamento, soprattutto nella fase discendente, volto a stabilire criteri direttivi affinché il Governo non debba, da solo, senza criteri o con criteri molto generici, adottare i decreti legislativi di attuazione. Ebbene, quel concetto affermava principi, contenuti nella direttiva: il principio della giurisdizionalizzazione (è un diritto, quindi, si va davanti al giudice per avere la garanzia della sua effettività) e il carattere sospensivo dei ricorsi, in base al quale un asilante che venga ritenuto non meritevole dell'asilo, nelle more del ricorso, oggi può anche essere allontanato e riportato nel paese dove è perseguitato. Noi chiedevamo di prevedere il carattere sospensivo, come richiesto dalla direttiva. Questo principio, che la Camera aveva introdotto, è stato ritenuto pleonastico e, quindi, soppresso dal Senato. Siccome sono esperto in diritto, ma non certo nella materia linguistica, questa mattina ho letto su un dizionario qual è il significato dell'aggettivo «pleonastico», che io, in parte, già conoscevo. Il De Mauro così lo descrive: «non necessario», inutile o superfluo. Quindi, possiamo scegliere tra una di queste accezioni. Il Senato, eliminando quella disposizione richiamata, non ha fatto un torto alla Camera dei deputati e alla sua maggioranza ritenendo pleonastica quella disposizione, ma, siccome, soprattutto da parte della opposizione, è stato svolto un dibattito durato una giornata intera (si trattava dell'articolo 8, oggi articolo 12), e da parte vostra è stata fatta un'opposizione molto dura e giustificatissima, perché si può non condividere un principio; sinceramente, non ritengo giustificato considerare pleonastico, quindi non necessario, inutile o superfluo, un principio sul quale la Camera discute per una giornata intera, confrontandosi e anche scontrandosi. Questa è la ragione, signor Presidente, per la quale mi sono astenuto nella votazione sull'articolo 12. Devo dire che sono parzialmente tranquillizzato dal fatto che, in occasione della prima lettura, il Governo abbia accettato un ordine del giorno da noi sottoscritto. Ricordo che, con tale documento di indirizzo, si chiede che il decreto legislativo in materia di diritto di asilo venga adottato con priorità assoluta, vale a dire sei mesi dopo l'entrata in vigore della legge comunitaria, e non entro i termini previsti dalla stessa. Pertanto, aspetto con ansia che il Governo mantenga l'impegno che ha assunto su questo punto e che, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge comunitaria 2006, presenti al Parlamento tale provvedimento, sul quale le competenti Commissioni potranno esprimere il proprio parere. Allora, anche se io non userò più, con disinvoltura, l'aggettivo «pleonastico» (perché mi terrorizza un po' farvi ricorso), immagino che continuerà ad impiegarlo il Governo, ritenendo che «pleonastico» voglia dire che un principio è implicito nel testo che approveremo. Questo è quanto avevo da dire, per il resto mi limito a dire che voterò a favore del provvedimento in esame, perché il dissenso su un punto, pure importante, non giustificherebbe un diverso atteggiamento.
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