Il 2 giugno è la festa della Repubblica. Quello di quest'anno è un'anniversario particolare perché è il sessantesimo anniversario della proclamazione della Repubblica (2 giugno 1946).
Questi anniversari si stanno rincorrendo in una meravigliosa sequenza: l'anno scorso 25 aprile 2005- 25 aprile 1945 è stato celebrato a Milano in presenza di una folla immensa l'anniversario della liberazione. Ricordo ancora con vivissima emozione l' appassionato discorso di Ciampi tutto centrato sul valore e l'attualità della nostra Costituzione. Tra pochi giorni (il 25 di giugno) ricorrerà il sessantesimo anniversario dell'insediamento dell'Assemblea Costituente. Dalla cronaca giornalistica di quel giorno (Il progresso): un'affluenza di pubblico quale si è raramente verificata anche nelle più solenni occasioni, ha caratterizzato la prima seduta dell'Assemblea costituente dando con la sua massa compatta che si estende su tutte le tribune, l'impressione più viva con cui il paese si accinge a seguire i lavori di questa assise eletta dopo tanti anni di dispotismo dal libero voto del popolo. E, come gremite sono le tribune, così l'aula appare occupata nella quasi totalità dei suoi scanni dai deputati di tutti i partiti. Alle 16 il discorso inaugurale dell'on. Orlando e dopo di lui il presidente del consiglio on. de Gasperi.
Un clima di grande unità ed una straordinaria emozione all'inizio di quei lavori che avrebbero portato un anno e mezzo dopo, nello stesso clima di unità ad approvare la Costituzione repubblicana.
Per una singolare coincidenza in quello stesso 25 giugno, sessantanni dopo gli italiani saranno chiamati ad esprimere con il referendum un giudizio su una riforma costituzionale, approvata a maggioranza da partiti del tutto diversi da quelli di allora, che modifica e stravolge l'intera seconda parte della Costituzione e che ha evidentissime ripercussioni sulla prima parte, ritenuta da tutti intangibile.
Il valore più grande di una Costituzione è rappresentato dal fatto che costituisce un insieme di valori condivisi. Se il 25 di giugno dovesse vincere il si, noi non avremmo più nel nostro paese una Costituzione condivisa da tutti, ma la Costituzione di una parte e di quella parte che il 25 giugno del 1946 non c'era.
Sarebbe del tutto legittimo che nuove forze che entrano a far parte sulla base del voto popolare del consesso democratico dei partiti e delle istituzioni chiedessero di aggiornare il patto costituzionale alle nuove istanze di cui si sentissero portatori, ma il metodo di elaborazione dovrebbe essere condiviso da tutti e così anche il nuovo testo perché altrimenti si frantumerebbe il senso del patto costituzionale.
Questa è la ragione di fondo per la quale dovremo andare a votare NO a questa riforma, che è tra l'altro un grande pastoccio costituzionale e riprendere, dopo, con maggioranze qualificate e solo con un amplissimo accordo, il percorso per la ricerca di quell'accordo comune che la Costituzione rappresenta.
Il 25 giugno del 2006 si collega al 25 giugno del 1946 e soprattutto al 2 giugno data del referendum istituzionale ed oggi festa della Repubblica e della Costituzione.
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