Preferenze, soglia di sbarramento, ma anche tetto alle spese elettorali. Il dibattito maggioranza – opposizione sulla legge elettorale si estende anche allo scivoloso tema dei finanziamenti. Il Pd chiede, con un emendamento firmato da Roberto Zaccaria, di porre un tetto di spesa a candidati e partiti dino ad oggi liberi di investire qualunque somma nelle campagne elettorali per l’Europarlamento. Di più: propone sanzioni in caso di sforamento dei tetti, già previste dalla legge elettorale nazionale, che arrivino fino alla decadenza degli eletti. Ma il Pdl frena.
Il relatore della legge, Peppino Calderisi, si dice “non contrario a porre un limite ai costi” ma aggiunge che “la soglia massima di spesa e le sanzioni sarebbero tutte da vedere”. Il condizionale per Caldersi è d’obbligo perchè, spiega, “la proposta del Pd prevede anche collegi di garanzia composti da esperti e quindi spese per lo Stato. Spese che il parlamento non può deliberare durante la sessione di bilancio”.
Un appunto che Zaccaria rinvia al mittente. “Se c’è la volontà politica di frenare le spese elettorali” chiosa “si trova anche la soluzione per ovviare ai costi della legge: basterebbe modificare le regole sui collegi di garanzia in modo che non comportino risorse aggiuntive”.
Quanto ai contenuti della proposta, il Pd chiede (come per le elezioni nazionali) un doppio limite di spesa: per i partiti (2,5 milioni circa) e per i candidati (150mila euro). In aggiunta, viene vietata la richiesta (da qualche anno molto diffusa) da parte dei partiti ai candidati di contributi obbligatori e preventivi per il sostegno alla campagna elettorale. “Tra liste bloccate e contributi obbligatori dei candidati” commenta Zaccaria “siamo arrivati alla compravendita dei seggi”.