Lo sappiamo da tempo: la campagna elettorale non è il momento migliore per fare informazione. A volte notizie insignificanti vengono amplificate e notizie importanti vengono oscurate. Ad esempio si è parlato molto, ed è comprensibile, del problema dei rifiuti in Campania, mentre non si è parlato per niente del problema dei rifiuti in Lombardia. Eppure c'è stata proprio durante i giorni della campagna elettorale la notizia di una sentenza della Corte di cassazione che ha riacceso le luci su una vicenda assai poco edificante legata alla discarica di Cerro Maggiore.
Il 20 marzo 2008 è stata depositata la sentenza della Corte Suprema di Cassazione (sezione III Penale) del 7 febbraio 2008 n. 12409/2008 con la quale è stato riaperto un filone contiguo del processo a Paolo Berlusconi in relazione ai fatti relativi alla discarica di Cerro Maggiore. Non mi pare che nessuno dei grandi giornali e neppure di quelli più piccoli ne abbia parlato. Eppure a guardar bene la vicenda giudiziaria ha aperto pagine di un libro a dir poco inquietante.
Intorno al 2002 c'era stato da parte di Paolo Berlusconi un patteggiamento di varie decine di milioni di euro per una serie di gravi reati (peculato, appropriazione indebita e corruzione in danno della Regione Lombardia e altro) in relazione alla gestione della discarica di Cerro Maggiore. Una delle più alte cifre versate nella storia di mani pulite per ottenere una condanna mite al disotto dei due anni di pena (1 anno e nove mesi di reclusione).
Il Tribunale di Milano nel 2004 aveva accertato altri reati di natura fiscale (anche qui si trattava di somme ingenti di milioni e milioni di euro) in relazioni a fatture emesse in relazione a prestazioni inesistenti. Il problema riguardava anche la sussistenza di una possibile continuazione del reato che avrebbe reso più pesante la sanzione penale. La Corte di appello di Milano aveva espresso un avviso contrario.
La Cassazione con la recentissima sentenza ha invece annullato la decisione più blanda e trasmesso gli atti ad altra sezione della Corte di appello di Milano.
La discarica di Cerro, gestita all'epoca dalla Simec s.p.a., riferita a Paolo Berlusconi, dalla Corte di Appello era stata, riduttivamente ed impropriamente
considerata il mero contesto spaziale della commissione (della maggior parte) dei delitti; essa invece (secondo l'impostazione del Tribunale) costituisce l'oggetto ed il fulcro di quell'attività imprenditoriale che si assume fin dall'inizio preordinata a compromettere anche le ragioni dell'Erario.
Dato che di questa storia si è parlato pochissimo sui grandi mezzi di informazione, ci domandiamo se la pubblicità per queste grandi vicende di natura fiscale (possiamo dire di evasione fiscale o è troppo poco?) debba riguardare solo Valentino Rossi o anche qualcun altro.
Per chi volesse saperne di più in relazione alla storia della nostra repubblica ed anche a quella delle nostre regioni si può vedere il sito ( www.alphaice.com/giurisprudenza ) per quanto riguarda il contenuto della sentenza e il commento di Anna Teresa Paciotti per la ricostruzione della complessa e, per diversi profili, inquietante vicenda giudiziaria(www.studiolegalelaw.it/new.asp?id=4457). Più in là nel tempo ci sono stati interessanti approfondimenti di Diario e di Avvenimenti
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