E’ iniziato in prima commissione alla Camera il lavoro del comitato ristretto sulla cittadinanza.
E’ inaccettabile l’impostazione solo propagandistica del Governo nell’affrontare la questione dell’immigrazione nel nostro paese.
Il giusto richiamo al tema della legalità per garantire la sicurezza deve prevedere da un lato il contrasto dell’immigrazione irregolare e la repressione delle forme di criminalità spesso ad essa collegate e dall’altro il riconoscimento dei diritti che sono connaturati ad un processo di piena integrazione.
Si devono offrire delle certezze, attraverso una equilibrata politica dei flussi, ai cittadini stranieri che aspirano ad entrare regolarmente in Italia; si deve rivedere la disumana pratica dei respingimenti in blocco che non garantisce il diritto di asilo garantito dalla Costituzione; si devono riconoscere diritti politici nel voto amministrativo a coloro che abbiano la carta di soggiorno e tempi più brevi per l’acquisto della cittadinanza.
Ci sono in Italia circa 3.800.000 stranieri regolari. Ogni anno vengono concesse intorno alle 35.000 nuove cittadinanze. Di questo passo ci vorranno più di cento anni per dare la cittadinanza a chi la chiede. Un’enormità.
E’ inammissibile che siano necessari 13 anni per diventare italiani. Bisogna dimezzare i tempi e soprattutto riconoscere i diritti di coloro che nascono nel nostro paese o che vi arrivano giovanissimi.
Quando invochiamo l’intervento dell’Europa per il controllo dei mari ricordiamo anche le regole dell’Europa su tutti questi altri temi.