Il Presidente Fini ha proposto ieri una tesi che periodicamente ricorre nel dibattito politico e giornalistico: la privatizzazione della RAI. Una delle prime volte che si propose fu nel 1958 e provocò una delle più importanti sentenze della Corte costituzionale che giustificò il monopolio. Oggi se ne riparla per il fastidio che provoca l’occupazione imbarazzante del servizio pubblico da parte del Governo e della maggioranza. Per mettere ordine nel problema bisognerebbe, a mio avviso, procedere in tre mosse.
Prima mossa: approvare una seria legge sul conflitto di interessi che è la premessa di ogni serio discorso in materia. C’è una proposta Veltroni dalla quale partire.
Seconda mossa. Si deve approvare una seria normativa antitrust. Il Governo Prodi l’aveva proposta nella scorsa legislatura. Nessun soggetto può avere più di due reti o l’equivalente nel digitale. Si potrebbe anche parlare del 20 per cento della capacità trasmissiva.
Terza mossa. Valutare la possibilità di privatizzare una sola delle tre reti pubbliche e valutare se in questo modo la RAI sappia dar vita ad un nuovo modello di servizio pubblico più vicino alle esperienze europee (Francia, Inghilterra, Germania,Spagna).