Intervento 1 Commissione SenatoQuesta riforma costituzionale tocca due profili importanti e tra loro collegati. Modifica del bicameralismo eguale e modifica del titolo V. Nella XV legislatura – quando lavorammo su questa materia, alla Camera dei deputati – non si pensò, ad esempio, di toccare il titolo V, ma la scelta che è stata fatta oggi è comprensibile, anche se foriera di alcune contraddizioni di fondo. Io ricordo di aver presentato un proposta di legge sul titolo V che è stata esaminata tardivamente nella XVI legislatura.
Naturalmente queste considerazioni riguardano solo il perimetro delle riforme ma quel che conta è il contenuto e le scelte che ispirano le modifiche che vengono fatte e di queste parleremo soprattutto.
Il principio bicamerale caratterizza la maggior parte dei grandi paesi democratici ed è tuttora ritenuto lo strumento più idoneo per governare società complesse. Nelle più importanti democrazie occidentali ed in particolare in Europa, la scelta bicamerale è prevalente e il Senato è un organo essenziale.
Si sente spesso affermare che con questa riforma non si tocca la forma di governo. Io credo che con questi interventi si tocchi sia la forma di governo che la forma di stato. Nel fare queste scelte dobbiamo piuttosto domandarci se con questa riforma vogliamo mantenere nel nostro paese un serio pluralismo politico ed istituzionale o se per semplificare o processi decisionali al vertice della Repubblica rischiamo di indebolire i fondamentali contrappesi.
Ricordiamo sempre le parole di Costantino Mortati (segue..)