E' iniziato ieri pomeriggio e si è subito chiuso nell'aula della Camera dei deputati l'atteso dibattito sulla proposta di legge in materia di conflitto di interessi. Si sapeva che dato il calendario molto affollato di luglio sarebbe stato difficile concludere l'esame del provvedimento, ma si pensava che sarebbero stati esaminati almeno i primi articoli. Invece nulla di tutto questo. Si è assistito ad uno stanco e surreale dibattito sul complesso degli emendamenti all'art.1. Una sorta di replica più sbiadita e scadente della discussione generale. Gia questa mattina si è passati ad un altro argomento. (Seguito della discussione delle mozioni Leoni ed altri n. 1-00159 e Fabris ed altri n. 1-00203 sulle iniziative in favore del popolo saharawi ). Per un osservatore distratto sarebbe stato anche difficile capire che si era in presenza di una tecnica ostruzionistica. In realtà l'ostruzionismo era chiaro e si svolgeva con diverse tecniche: prima nella conferenza dei capigruppo, poi in aula sui provvedimenti precedenti ed infine ieri attraverso la narcotizzazione della seduta. Peccato. Ormai si andrà a settembre e con un contingentamento altissimo. Il contrasto con la tecnica usata dal centrodestra durante la discussione della legge elettorale nella scorsa legislatura è impressionante.Poche parole a questo punto nel merito del provvedimento . La proposta di legge contiene un testo equilibrato e si basa su principi ben più incisivi di quelli contenuti nella legge Frattini, rivelatasi clamorosamente inadatta a risolvere, nell'ordinamento italiano, il problema del conflitto di interessi del presidente del Consiglio; basta ricordare, tra l'altro, che la legge Frattini, è stata consapevolmente ritardata nell'approvazione per farla precedere dalla legge Gasparri.
I punti pricipali del provvedimento in esame nelle aule di Montecitorio, sono i seguenti:1) definizione più ampia della nozione di conflitto di interessi in termini preventivi;
2) obbligo di dichiarazione di tutte le situazioni di incompatibilità;
3) obbligo generalizzato di astensione dei titolari di cariche pubbliche in condizioni di conflitto di interessi;
4) previsione di alcune ipotesi di incompatibilità assoluta;
5) separazione degli interessi economicamente rilevanti;
6) applicabilità dei principi della nuova disciplina alle regioni e agli enti locali di maggiori dimensioni.
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