Il giudizio più significativo alla notizia della morte del prof. Elia è stato certamente quello del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.
“La scomparsa di Leopoldo Elia – ha scritto in un messaggio di cordoglio inviato al presidente della Corte costituzionale, Franco Bile – suscita profonda commozione in me come in tutti coloro che lo hanno conosciuto da vicino. Uomo di straordinaria probità e mitezza, Elia è stato un maestro del costituzionalismo italiano, per cultura, esperienza vissuta nelle istituzioni, capacità di dialogo e fermezza di convinzioni”. Poi la conclusione: “Gli sono stato legato dalla più grande stima e amicizia, e rivolgo alla sua figura un pensiero riconoscente per il prezioso contributo che ha dato allo sviluppo democratico del paese e innanzittutto all’affermazione dei principi e dei valori della Costituzione repubblicana”.
Sono riassunte in queste poche parole le qualità principali del professore-maestro, del servitore delle istituzioni, dell’uomo.
Io personalmente ricordo ancora nitidamente una delle prime volte che l’ho incontrato. E’ stato a Napoli in occasione di un convegno sulla radiotelevisione. Lui era relatore insieme al mio maestro, Paolo Barile. Eravamo all’inizio degli anni 70. La Rai era al centro di una riforma, che sarebbe stata storica e che proprio da quella relazione prendeva le mosse.
Capii allora la ragione per la quale due costituzionalisti illustri prendevano in considerazione un tema, apparentemente marginale, come quello della radiotelevisione. Mi dissero che era inutile studiare solo i temi classici del costituzionalismo se poi l’asse principale del potere si spostava di fatto e inevitabilmente in altre direzioni. Mi pare che siano stati profetici.
Una seconda volta le esperienze di Leopoldo Elia e di Paolo Barile si sono incrociate significativamente, al di fuori dell’Università ed è stato nel 1993 con il Governo Ciampi. Elia era ministro delle riforme e Barile, ministro dei rapporti con il Parlamento. C’erano tanti altri nomi illustri in quell’ Esecutivo. Rileggerli ora fa quasi impressione. Oggi voglio ricordare come insieme Leopoldo e Paolo abbiamo dato un esempio di servizio allo Stato.
Infine mi piace ricordare la scuola che si è creata intorno a maestri come loro. Basta scorrere oggi con tristezza i necrologi in ricordo di Leopoldo Elia e si possono leggere molti dei nomi che si riconoscono in quell’insegnamento e che porteranno avanti quel lavoro.
L’insegnamento principale di Elia non è solo nei libri che ha lasciato, nelle esperienze, importantissime, che ha vissuto, prima di tutte la Corte costituzionale, ma nella lezione umana che ha mostrato nella sua vita di tutti i giorni, nella sua famiglia e tra i suoi amici ed allievi.
Un uomo mite, come ha detto bene il Presidente Napolitano.
Quando lo incontravi ti ascoltava sempre come se lui fosse l’allievo e tu il maestro e non viceversa: con un’attenzione, con un rispetto e con una curiosità che solo gli uomini grandi riescono a far apparire credibile.